Con l’avvio della Fase 2 sono previste le riaperture di varie attività per il prossimo 4 maggio, in base al nuovo Decreto varato dal Premier Giuseppe Conte. E ora tra i numerosi quesiti vi è quello legato agli eventuali rischi dell’aria condizionata sulla diffusione del Coronavirus.
L’esperto virologo a Quarto grado spiega, a questo punto, che “il motivo per cui la trasmissione è avvenuta a distanza superiore ad un metro” dipende dalle goccioline di saliva del commensale infettato, che sono state spinte proprio dal getto del condizionatore, arrivando lontano. C’è voluto molto tempo per propagare il contagio, precisamente un’ora o più. Ma questo esempio ci insegna che un getto d’aria forte potrebbe annullare l’efficacia della distanza che manteniamo con gli altri.
“La distanza e l’attenzione ai flussi d’aria saranno i due elementi ai quali ci dovremo affidare per la protezione contro l’infezione quando tenteremo di riprendere la nostra vita normale”, dichiara il virologo Buroni. L’Adnkronos Salute ha chiesto un parere anche all’esperto Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive al policlinico San Martino di Genova. L’infettivologo dichiara: “Io credo di no, ma forse bisognerà valutare in ambienti chiusi dove ci sono soggetti che aerosolizzano grandi quantità di virus. Credo però che i filtri siano in grado di trattenere questo virus”.
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Fonte: Areadonna
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