La prima cosa bella di venerdì 8 maggio 2020 è la parabola di padre George, con cui si dimostra che non puoi mai sapere quando e come servirai per fare del bene. Padre George è il parroco di Sant’Agostino, una chiesa del Bronx, frequentata per lo più da ispanici, qualche afroamericano e una rara etnia chiamata Garifuna.
Con l’arrivo del virus ha dovuto sospendere le messe dal vivo e gli incontri con i fedeli. Un terzo di questi lavora in ospedali e case di riposo, molti altri ci sono finiti. A nessuno ha potuto portare la sua parola o quella di Dio. Si è sentito inutile. Poi, una mattina, mentre era solo e depresso in sacrestia è scoppiato un incendio nell’edificio alle spalle della chiesa.
Ha aperto i portoni a chi ne fuggiva, organizzato i soccorsi, raccolto abiti e cibo, dato un rifugio e la salvezza. Alla fine ha pensato: “Fossi stato in ospedale per un’estrema unzione non avrei mai potuto fare tutto questo”. Crediate alla provvidenza o al caso, al netto della malattia, c’è un possibile risvolto in quel che sta accadendo.
Magari uscivi dall’alba al tramonto per procurare più possibilità ai tuoi cari e loro ci avrebbero rinunciato per qualche ora con te. Magari ti scopri una seconda vocazione (sai cucinare, sei telepatico, hai l’istinto del trader) e la farai fruttare. O magari sei tu quello che troverà un senso in tutta questa storia. Nel caso, faccelo sapere.
Fonte: Repubblica
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