Perché la cassa integrazione non è dell’80 per cento dello stipendio? Molti lavoratori sospesi durante la chiusura delle attività, stanno ricevendo in questi giorni, il pagamento della Cassa integrazione direttamente dall’Inps.
Il lavoratore sospeso, deve chiedere al datore di lavoro o al responsabile delle Risorse Umane dell’azienda, le ore sospese, come sarà pagata la cassa integrazione e se ha inviato tutti i documenti per ricevere i soldi.
Come calcolare la cassa integrazione
I lavoratori, a cui sarà accreditato, il pagamento della cassa integrazione dell’Inps, devono controllare sul servizio online Inps fascicolo previdenziale, la data di disponibilità dell’erogazione della CIG. Per tutti coloro che sono stati sospesi, per chiusura attività ed a tutt’oggi non hanno ricevuto nulla di cassa integrazione, possono richiedere l’anticipo della stessa, sia al proprio Istituto bancario, sino ad un importo di 1400 euro o a Poste italiane.
Per controllare la data di pagamento, soprattutto della cassa integrazione in deroga o per coloro che hanno chiesto il pagamento diretto, bisogna accedere al fascicolo previdenziale e sul menù a sinistra cliccare su Prestazioni e Pagamenti.
Cliccando su prestazione, in relazione all’anno in corso, si aprirà un altro riquadro con l’indicazione:
- dell’Agenzia Inps;
- dell’importo pagato della Cassa integrazione al netto;
- della prestazione CIG industria – pagamento diretto;
- data di disponibilità 05/05 esempio;
- note dove è descritto come è stato calcolato l’importo della CIG.
Quanto spetta di Cassa Integrazione?
L’importo della Cassa integrazione, purtroppo non è dell’80% della retribuzione globale delle ore sospese, in quanto l’Inps fissa ogni anno, dei valori massimali della CIG, in relazione a due fasce di reddito, ad esempio:
- retribuzione lorda mensile del lavoratore fino a 2159,48 (primo massimale)
- retribuzione lorda superiore a 2159,48 (secondo massimale)
Supponiamo la retribuzione lorda di un lavoratore pari ad euro 1463,52 e sommiamo il rateo mensile della tredicesima (56,28 euro). L’importo di 1519,80 euro è inferiore al primo massimale stabilito dall’Inps, di 2159,48 euro. Per questo si prenderà l’indennità mensile lorda di 998,18 euro e si dividerà per il coefficiente del mese di riferimento.
Per calcolare l’importo lordo della CIG, si prende l’importo del massimale della cassa integrazione e si moltiplica per le ore sospese. All’importo lordo si aggiunge il rateo della tredicesima e quattordicesima all’80%.
Il bonus Renzi e gli assegni familiari
Al lavoratore spetta un importo di CIG pari al 66,70% includendo il rateo della tredicesima per le ore in cassa integrazione. Nel 2021 l’Inps rilascerà il CU e la cassa integrazione costituirà un reddito ai fini Irpef.
Ai lavoratori in cassa integrazione, spetta il bonus Renzi e gli assegni familiari, in relazione ai giorni di detrazioni fiscali, per il bonus di 80 euro in base ai giorni lavorati e non lavorati in cassa integrazione, per gli assegni familiari. Se la CIG è pagata dall’Inps, il bonus Renzi e gli ANF sono corrisposti dall’Istituto, mentre se viene anticipata dal datore di lavoro, il bonus di 80 euro è erogato dal datore di lavoro per conto dello Stato.
Questo calcolo vale per tutte le tipologie di cassa integrazione previste dalla Legge.
Fonte: Insindacabili
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