Il decreto Ecobonus Edilizia 110% presenta una serie di misure innovative per il rinnovo degli edifici ma non consente genericamente di rinnovare casa gratis. Se ad esempio si demolisce una parete o si rifà l’impianto idrico della casa si può ricorrere al bonus ristrutturazione, che ha modalità diverse (50% di detrazione in dieci anni).
Quali lavori hanno diritto al superbonus? Tre le categorie di spesa:
- coibentazione termica dell’edificio, con tetto massimo di spesa detraibile pari a 60 mila euro per unità immobiliare (significa che in una casa indipendente il tetto 60 mila euro, in un condominio 60mila euro per ogni singola unità immobiliare);
- installazione di impianti di riscaldamento e raffrescamento con requisiti di alta efficienza in condominio , con tetto di spesa di 30mila euro;
- installazione di caldaie ad alta efficienza per le unità immobiliari indipendenti che siano anche abitazione principale del contribuente.
Ecobonus casa 110%
I lavori di adeguamento danno diritto a un rimborso Irpef in cinque anni del 110% della spesa; in alternativa è possibile cedere il credito fiscale all’impresa che esegue i lavori, o passare il credito a un terzo.
I lavori sono senz’altro un buon affare per i proprietari di casa che intendono continuare ad abitarvi a lungo ma ancor di più per chi sarebbe intenzionato a vendere di qui a un paio d’anni visto che probabilmente le prossime fasi di mercato immobiliare non saranno molto brillanti e chi potrà offrire un immobile rinnovato nell’estetica e più performante dal punto di vista energetico avrà meno difficoltà a trovare acquirenti.
Spendi 50 mila? Detrai 11 mila, ma serve un reddito di 41 mila
Per pagare i lavori il contribuente ha diverse opzioni: si può scegliere di sfruttare direttamente l’opportunità fiscale. In questo caso però, se le cifre sono alte, bisogna fare i conti con molta attenzione: una spesa di 50 mila euro dà diritto a una detrazione di 11mila euro all’anno. Per sfruttare appieno il vantaggio un lavoratore dipendente con un figlio a carico deve avere un reddito imponibile di 41 mila euro e nessun’altra detrazione.
Per cifre così alte e pagamento per contanti si può ricorrere a un mutuo: in pratica il 10% ridato indietro dal Fisco ai tassi di interesse attuali basta a coprire interessi e spese per il mutuo. Molto spesso la soluzione consigliabile sarebbe cedere il credito a chi fa i lavori, operazione che però non tutte le imprese fornitrici saranno in grado di compiere visto che richiede una buona liquidità alle spalle, o provvedere in proprio girando il credito a terzi.
Le regole per i condomini
Per i lavori svolti interamente in ambito condominale in linea di massima il condòmino non ha nessuna particolare incombenza, visto che sarà l’amministratore, o comunque una persona designata dall’assemblea, a svolgere tutte le pratiche. In condominio inoltre l’agevolazione spetta a tutti i contribuenti indipendentemente dal fatto che si tratti di prima casa, abitazione locata o tenuta a disposizione.
Diverso è il caso delle case unifamiliari: il decreto prevede che il super bonus sia attribuibile solo se si tratti di abitazione principale del contribuente. Inoltre chi chiede l’agevolazione è responsabile dell’invio di tutte la documentazione tecnica richiesta all’Enea.
Fonte: Ragusanews
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