Omicron, ecco perché la variante potrebbe rappresentare finalmente l’inizio della fine dell’emergenza pandemica.
L’inizio dell’anno 2022 si accende con una nuova speranza: la variante Omicron del Covid-19 potrebbe essere il punto di svolta nella regressione della pandemia dopo quasi due anni di decessi, restrizioni e divieti. Secondo Pier Paolo Sileri, sottosegretario del Ministero della Salute, sarebbe proprio grazie a questo ceppo virale che la situazione sanitaria in Italia (e nel mondo) volgerà verso un’inversione di rotta. Nonostante l’elevata contagiosità della mutazione, comparsa all’inizio di dicembre e in rapida diffusione, il passaggio da uno scenario pandemico a uno endemico sembra vicino.
La variante omicron trasforma la pandemia in endemia
I sintomi della mutazione dovrebbero portare a uno svuotamento degli ospedali, in particolare delle aree preposte alle emergenze. La variante, riconosciuta in ben 32 sottotipi virali, provoca reazioni lievi in gran parte dei soggetti esposti, simili a quelli di una moderata influenza.
In genere i pazienti lamentano mal di testa, rinorrea, mal di gola, stanchezza e una maggiore tendenza a starnutire. Ma il prezzo da pagare è un’infettività più spiccata rispetto ad altri ceppi: secondo gli esperti, la variazione Omicron porterà un alto numero di positivi. Allo stesso tempo la distribuzione dei casi sarà più omogenea e molto più prevedibile dopo picco. In altre parole, andremo incontro a uno scenario endemico.
Il picco è previsto per l’inizio del 2022
Secondo il professor Pietro Luigi Lopalco, epidemiologo e professore ordinario di Igiene presso l’Ateneo di Pisa, immediatamente nei primi giorni di Gennaio la variante Omicron arriverà al culmine della contagiosità, soppiantando i sottotipi virali in circolazione. Ciò dovrebbe segnare la definitiva regressione e uscita di scena del ceppo Delta, decisamente più aggressivo quanto a sintomatologia.
Al di là delle mutazioni, lo scenario attuale non è certo roseo: gran parte dei reparti ospedalieri hanno raggiunto la saturazione. In molte regioni i pazienti Covid occupano più del 10% dei posti letto disponibili in terapia intensiva, mentre i ricoverati in altri dipartimenti superano la soglia del 15%.
Una possibile conseguenza? Gran parte dell’Italia potrebbe passare in area gialla (perfino in arancio, in alcune aree a rischio elevato), immediatamente dopo il primo mese dell’anno. D’altro canto non va meglio in altre nazioni, come Francia e USA, rispettivamente a quota 208000 e 500000 nuove infezioni in 24 ore. Quanto alla Cina, infine, diversi centri urbani si trovano in lockdown.
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