Uno studio inglese sostiene che nello smart working non è assolutamente da sottovalutare come ci si veste in casa. Che un po’ siamo come vestiamo, si è sempre saputo. L’abbigliamento è una forma di espressione del proprio io che viene fuori involontariamente.
Ultimamente, con la quarantena forzata legata all’emergenza Coronavirus, ce ne stiamo rendendo ancora più conto. Restare in casa e lavorare in modalità smart working, non ci permette di starcene in pigiama tutto il giorno.
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L’abbigliamento influenza noi e gli altri
Ecco che lo studio inglese ci dice che, il nostro abbigliamento, quello che indossiamo influisce in maniera importante sul proprio umore. In effetti, il fatto che volere o volare, la mattina ci si alza e ci si prepara per poter essere presentabile in video conference, ci aiuta a mantenere la propria routine quotidiana. Anche seguire una beauty routine aiuta senz’altro.
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Sicuramente, si può dare il via libera ad un abbigliamento più confortevole e meno formale ma comunque si mostra una certa cura nel vestirti per rimanere presentabili in videochat di lavoro. Questo influisce in maniera determinante sul proprio equilibrio psicofisico. Il modo in cui si sceglie di vestire influenza molto la nostra mente ma anche e soprattutto la percezione che le altre persone hanno di noi. Il modo di vestire può suscitare o meno empatia e socievolezza. Prestare cura all’abbigliamento casalingo e personale, inoltre, aiuta a sentirsi meno ansiosi e meno depressi.
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