A salvarsi non è neanche più lolio: trovate microplastiche nellolio extravergine e olio di semi (si contano 1140 particelle per litro)

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A salvarsi non è neanche più lolio: trovate microplastiche nellolio extravergine e olio di semi (si contano 1140 particelle per litro)

Uno studio italiano ha evidenziato la presenza di microplastiche negli oli d’oliva e di semi, analizzando campioni confezionati sia in vetro che in plastica. La ricerca, condotta da un team di esperti, ha rilevato tracce di microplastiche nei prodotti, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza alimentare e l’impatto sulla salute.

A salvarsi non è neanche più l’olio: trovate microplastiche nell’olio extravergine e olio di semi (si contano 1140 particelle per litro)!

Le microplastiche, minuscoli frammenti di plastica inferiori a 5 millimetri, si trovano ormai ovunque nell’ambiente e purtroppo anche nei nostri alimenti. Un nuovo studio dell’Università di Bologna ha individuato queste particelle negli oli vegetali, inclusi quelli d’oliva, provenienti da Italia e Spagna.

La ricerca ha coinvolto l’analisi di campioni di olio extravergine di oliva, olio d’oliva, olio di girasole e oli di semi misti, confezionati in bottiglie di PET e di vetro.

Il processo di analisi prevedeva cinque fasi per rilevare e caratterizzare le microplastiche. Inizialmente, l’olio veniva diluito con una soluzione di etanolo e n-esano per separare le microplastiche, poi la soluzione veniva omogeneizzata per distribuire uniformemente le particelle.

La fase successiva ha comportato la filtrazione sottovuoto utilizzando filtri di silicio con pori di 5 micron. Questo processo ha permesso di trattenere le microplastiche, mentre l’olio filtrato è passato attraverso. Successivamente, le microplastiche sono state risciacquate con etanolo per eliminare eventuali residui oleosi.

Infine, le microplastiche raccolte sono state analizzate mediante spettroscopia μ-FTIR. Questa tecnica ha consentito di identificare i tipi di plastica presenti e di determinarne le dimensioni e la forma.

Quali sono i risultati dello studio dell’Università di Bologna sull’olio?

I risultati indicano che è stata trovata una media di 1140 particelle di microplastica per litro, principalmente composte da polietilene (50,3%) e polipropilene (28,7%), comuni negli imballaggi. Non ci sono differenze significative tra i tipi di olio o tra bottiglie di PET e vetro, suggerendo che la contaminazione avviene durante la produzione o l’imbottigliamento, non dipendendo dall’imballaggio. Ulteriori studi sono necessari per individuare le fonti esatte di contaminazione e per sviluppare strategie di mitigazione.

La presenza di microplastiche negli oli vegetali e nel cibo rappresenta una seria minaccia per la salute umana, in quanto queste particelle possono essere ingerite e accumularsi nel nostro organismo, con possibili effetti negativi sulla salute. Inoltre, va considerato l’impatto ambientale di tali sostanze.

Questo nuovo studio sottolinea l’importanza di adottare misure immediate per ridurre l’inquinamento da plastica e la contaminazione degli alimenti. Le aziende dovrebbero implementare pratiche di produzione più sostenibili, i governi introdurre regolamenti più rigorosi per limitare l’uso della plastica, e i consumatori fare la loro parte scegliendo prodotti con imballaggi ridotti o riciclabili e sostenendo le aziende impegnate attivamente nella riduzione del loro impatto ambientale.

Fonte: Food Chemistry

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